Continua il ripasso estivo delle nozioni di base per gestire la finanza personale: oggi parliamo di risparmio gestito e acquisto di titoli singoli. In settimana arriva anche un nuovo podcast dedicato agli iscritti del supporters club e una newsletter dedicata a un’azione che ho comprato di recente, #StayTuned
La finanza in Soldoni è un progetto che promuove la gestione razionale della finanza personale attraverso un podcast, questa newsletter, una serie di video sul canale youtube di Massimo Famularo, la rubrica moneyflash per l’associazione liberi oltre le illusioni. Potete sostenere il progetto iscrivendovi al supporters club che ha un costo mensile di 3€ e consente l’accesso ad episodi dedicati nei quali condivido i miei investimenti personali. Commenti, like e risposte su youtube aiutano la rubrica a continuare.(Canale Telegram)
In questa rubrica ho ripetuto fino alla noia che prima di investire dobbiamo conoscere noi stessi e prefiggerci l’obbiettivo di costruire un portafoglio ben bilanciato, che nel lungo periodo possa “resistere” agli scossoni del mercato e rimanere coerente con le nostre preferenze ed esigenze individuali. Ora, cosa ci mettiamo dentro questo portafoglio?
Nell’episodio di oggi parliamo della differenza tra acquisto di titoli singoli e prodotti di risparmio gestito. Per semplicità ci concentriamo su due tipologie di titoli, le obbligazioni e le azioni (la differenza tra i due l’ho spiegata nella scorsa newsletter). Che differenza c’è tra acquisto diretto e investimento tramite strumenti di risparmio gestito?
L’acquisto diretto prevede che io abbia un conto titoli, che un “contenitore” nel quale un intermediario abilitato dalla legge detiene per nostro conto delle attività finanziarie. Per effettuare un acquisto devo generalmente impartire un ordine specificando quale titolo voglio, in che quantità e a che prezzo. Se l’intermediario troverà qualcun altro disposto a vedere una quantità di titoli pari a quelle che io voglio comprare, ad un prezzo in linea con la mia indicazione, allora l’ordine verrà eseguito e i fondi necessari all’acquisto (=prezzo di ogni titolo per la quantità acquistata) saranno prelevevati dal conto corrente collegato al conto titoli, con questi fondi sarà pagato il venditore e i titoli acquistati saranno trasferiti sul conto titoli.
In genere l’intermediario addebita una commissione per questa attività che può essere un importo prefissato (es 3eur per ordine) oppure un importo variabile in proporzione al controvalore acquistato, in genere con un tetto massimo.Quest’attività su può fare facilmente attraverso il sito web o l’app dell’intermediario oppure recandosi fisicamente in filiale.
L’elemento importante da tenere a mente è che nei mercati regolamentati per i titoli più liquidi è quasi sempre possibile trovare qualcuno disposto a vendere o comprare azioni e obbligazioni ad un prezzo vicino all’ultima quotazione.
Il mio ordine può essere “con limite di prezzo” oppure “a mercato”. Nel primo caso indico anche un valore minimo in caso di vendita e massimo in caso di acquisto, al di la del quale non voglio che l’ordine si perfezioni. Nel secondo caso non indico un limite e accetto il miglior prezzo al quale l’intermediario riuscirà a chiudere la transazione.
Cos’è il risparmio gestito? Con questo termine facciamo riferimento all’attività svolta dalle società di gestione del risparmio (SGR) e ai prodotti che realizzano e vendono. Le SGR, raccolgono i soldi di diversi risparmiatori e li impiegano in attività finanziarie. Per svolgere questa attività sono necessari requisiti rilevanti (capitale, competenze, struttura organizzativa), che vegnono accertati dalle autorità preposte alla vigilanza su questo settore. I principali strumenti di risparmio gestito sono i fondi comuni di investimento e gli ETF. Esistono anche prodotti di carattere assicurativo, ma in genere hanno costi più elevati e si appoggiano a loro volta a fondi comuni ed ETF, per cui in questa sede li tralascio.
L’elemento da tenere a mente sul risparmio gestito è che questo in genere si articola per tipologia, tematica e strategia di investimento, in modo che i sottoscrittori abbiano cognizione dei criteri in base ai quali vengono fatte le scelte di acquisto. Questi criteri possono essere generali, (per es ETF azionario investe in azioni) oppure molto specifici per es ETF che investe in obbligazioni corporate di aziende di piccole e medie dimensioni basate in Europa. Generalmente questi strumenti hanno commissioni di gestione proporzionali al valore di mercato dei titoli gestiti e possono avere commissioni di performance, che scattano al superamento di determinati obbiettivi. In passato esistevano anche commissioni di entrata e di uscita che tuttavia ad oggi sono molto meno diffuse: sul tema la mia posizione personale è che i prodotti che hanno una commissione di questo tipo andrebbero evitati.
La differenza tra i due principali strumenti di risparmio gestito che sono i Fondi comuni e gli ETF l’ho spiegata in una punta precedente a cui vi rimando. Qui ricordo solamente che gli ETF si possono negoziare in modo analogo ai titoli quotati, mentre i fondi necessitano di qualche giorno di attesa sia in sede di acquisto che di vendita; inoltre gli ETF presentano tipicamente commissioni più basse e un approccio “passivo” nel senso che replicano un indice, mentre i fondi spesso hanno una gestione più attiva e discrezionale.
Come decidere se investire in singoli titoli o prodotti di risparmio gestito?
La variabile più rilevante è la necessità (e volontà) di diversificazione e la dimensione totale dell’investimento. Il principale beneficio derivante dal risparmio gestito è infatti la possibilità, con un investimento limitato, di conseguire una diversificazione elevata. Se volessi investire in 100 titoli tecnologici americani, anche acquistando un solo titolo per ogni azienda, dovrei investire diverse decine di migliaia di dollari. Posso ottenere lo stesso risultato con l’acquisto di un ETF dal prezzo di qualche decina o centinaia di dollari.
Il secondo beneficio del risparmio gestito è la delega a qualcuno più esperto di noi della scelta dei titoli. Se voglio investire in titoli che trarranno beneficio dalla diffusione dell’intelligenza artificiale, ma non ho competenze per decidere se è meglio nVidia o Microsoft o altri, posso acquistare un ETF che investe in titoli tecnologici focalizzati su AI e delegare la scelta a qualcun altro.
Dunque, in linea di massima possiamo riassumere le differenze principali con
i titoli singoli sono più rischiosi di ETF e fondi
ETF e fondi consentono una elevata diversificazione con investimenti limitati
ETF e Fondi consentono di beneficiare delle competenze del gestore in materia di scelta dei titoli e del momento in cui acquistarli
in genere sosteniamo commissioni di acquisto e vendita per i titoli sigoli e gli ETF, mentre sia ETF che fondi presentano commissioni ricorrenti di gestione
Come decido se comprare titoli singoli oppure fondi e ETF?
In analogia con quanto descritto per la costruzione del portafoglio individuale (prima costruisco la riserva di liquidità etc) la strada più ragionevole è procedere in modo progressivo determinando il grado delega rispetto al fai da te sulla base delle proprie preferenze e competenze individuali.
Il principio di buon senso ci dice che dovremmo comprare titoli singoli solo se siamo in grado di comprendere pienamente i rischi connessi con questa scelta e se, prima di procedere all’acquisto, ci siamo convinti che l’acquisto del titolo singolo dia un contributo al nostro portafoglio superiore al maggior rischio che affrontiamo.
Se non siamo convinti, sicuri o non abbiamo compreso per bene, allora è meglio preferire fondi ed ETF.
Per la scelta di fondi ed ETF si ripropone lo stesso problema: come scelgo quelli che fanno per me? Se ho voglia e tempo faccio qualche ricerca e mi costruisco una opinione informata. In alternativa posso rivolgermi a un roboadvisor, che sceglie fondi ed ETF per me in base alle mie preferenze di rischio e durata oppure posso ricorrere ad un consulente indipendente che pago in base ai servizi che mi offre. Last but not least posso sempre prendere i prodotti della banca sotto casa, accettandone termini, condizioni e commissioni: l’importante è dotarvi di strumenti adeguati per valutare quest’offerta.
Sulla scelta tra titoli singoli e risparmio gestito, ribadisco che non esiste una soluzione valida per tutti, e nel dettaglio la realtà è sempre un po' più complicata di quanto le regole generali non lascino credere. Resta vero che le azioni sono più rischiose degli ETF, tuttavia un singolo titolo come Berkshire Hathaway è probabilmente più efficace ed efficiente di molti ETF che investono in titoli growth in nord America, in un episodio ho spiegato perché.
Per chi vuole investire in obbligazioni governative europee, premesso che resta teoricamente sempre utile diversificare, l’acquisto diretto di BTP sul mercato secondario è una soluzione poco costosa, fiscalmente incentivata e con un maggior rischio legato alla concentrazione sul singolo titolo, tutto sommato limitato.
Per concludere, i titoli singoli e prodotti di risparmio gestito, sono strumenti utili per costruire il nostro portafoglio in modo razionale. Sul quali e come, con quanta autonomia e quanta delega, dipende dalla competenze e preferenze di ciascuno. La modesta ambizione di questa rubrica è di offrirvi spunti e strumenti per prendere le vostre decisioni in modo avveduto e informato.
Il contenuto del podcast e della newsletter non va inteso in nessun caso come raccomandazione di investimento o consulenza finanziaria. Per soluzioni di formazione personalizzata o valutazioni gratuite della vostra posizione individuale potete scrivere a mfamularoblog@gmail.com e ricevere dettagli sul servizio di Financial Coach.